Al TGWeb della Diocesi il servizio sul seminario della Cappellania Universitaria sulla figura di San Giuseppe Moscati, medico e santo



Delle virtù del medico non si parla mai.

Si parla delle carriere, dei successi, delle fatiche e poco più.

Il medico è anche sacerdote se sta ascoltare. Ogni anamnesi è anche confessione, per chi ha orecchi.

Ogni terapia è anche insegnamento per chi vuole andare oltre i protocolli farmacologici.

Essere medico e cristiano è professione totalizzante che non lascia spazio per altre presenze se non di pari e superiore livello.

Il contatto continuo con i corpi è un grande rischio, già Ippocrate lo segnalò nel suo giuramento. Scivolare nella carne, per un medico, non è difficile. E’ difficile mantenersi con lo sguardo sempre fisso alla creatura e al Creatore insieme; vedere attraverso le tracce, nella carne, l’invisibile, bene e male, all'opera. Far spazio al bene ed esiliare il male, curando. Oltre l’intensità dello studio, del lavoro, chi si fa carico in modo così profondo ed ampio del dolore altrui, finisce con il condividerlo totalmente con chi soffre. Finisce col prenderlo su di sé.

Tutto ciò è stato testimoniato nel Moscati attraverso il connubio stretto fra Scienza e Fede